DORINA E LA ZUCCA DI CENERENTOLA

 La mia favola d’Autunno

Come era bello passeggiare in un campo coltivato!

 Il contadino aveva lasciato dei sentieri da poter percorrere tra un appezzamento e l’altro di terreno. E proprio lungo uno di questi sentieri, Dorina stava passeggiando e ammirando le tante belle zucche appoggiate nella terra e circondate da tante belle foglie grandi e larghe.

Quello era il periodo migliore per le zucche: l’autunno era la stagione perfetta per far crescere belle zucche grosse e dalle forme più disparate. Tonde, ovali, schiacciate, a forma di fungo, a forma di bastone intrecciato.

Quel campo coltivato apparteneva ad un bravo contadino che voleva tanto bene alla sua piccola ed educata vicina di casa, a quella bambina di nome Dorina, dagli occhi sempre vispi e luminosi.

Dorina amava tanto aprire quel cancelletto di legno ed inoltrarsi nell’orto del suo vicino. Ogni volta era una sorpresa sempre diversa. L’orto era un po’ magico: cambiava continuamente aspetto. In estate era pieno di papaveri, in primavera si sentiva profumo di fiori d’arancio, in inverno crescevano quei piccoli ciuffi di broccoletti tanto buoni da cucinare e da mangiare. E ora, in autunno, tutto il terreno era ricoperto da quelle enormi foglie e da quelle grosse zucche arancioni.

Quel giorno d’autunno, in particolare, Dorina era entrata nell’orto nel tardo pomeriggio, dopo aver completato i suoi compiti di scuola.

Era quasi buio, ma volle comunque andare per poter annusare quel piacevole profumo di terreno umido e soprattutto perché trovava divertentissimo schiacciare le foglie secche e sentire il simpatico rumore, quel croc croc sotto i piedi che la divertiva tanto.

Ad un certo punto, proprio mentre saltellava e schiacciava le foglie, iniziò a sentire delle voci:

 “E’ proprio qui. Stai tranquilla. Ne troveremo una bella grossa!”

Poi una voce diversa: “Ti prego, non correre così. Ah Ah! Ma non ce la faremo mai, ormai il ballo starà per iniziare. Oh come sono sfortunata! Oh povera me!”

“Ma per favore. Devi essere ottimista. Sarò pure una Fata Smemorina, ma sono pur sempre una fata. Per me tutto è possibile. Devi solo crederci!”

“Oh povera me. Come sono fortunate le mie sorellastre”.

“Ora basta Cenerentola. Abbi fiducia in me. Anche tu avrai la tua carrozza!”

“Dici davvero? Devo solo crederci? D’accordo Fata Smemorina. Voglio crederci. Forza! Cerchiamo la zucca più grande che c’è!”

“Ohhh… ma brava che sei. Finalmente! Io sono la Fata Smemorina e troverò per te la zucca più bella che c’è!”

Nooo! Dorina non ci poteva credere!

Si stavano avvicinando a lei proprio loro.

Cenerentola e la Fata Smemorina.

Stavano cercando la zucca da trasformare in carrozza.

Ehi! Ma chi c’era lì? Chi era mai quel topolino che seguiva Cenerentola? Non ci poteva credere. Era Titino. Titino il topolino. Quello che l’aveva fatta ballare e volteggiare nella tana dei topolini nel Mondo Sotto Neve. Dorina era allibita.

Stava appoggiata ad una grossa ed enorme zucca a godersi la scena più incredibile di tutta la sua vita. Come era possibile? La Fata Smemorina e nientemeno Cenerentola. Davanti ai suoi occhi. A pochi metri da lei.

Poi sentì di nuovo parlare la Fata Smemorina:

“Ah, eccoci arrivate Cenerentola! Guarda questa zucca: è perfetta! Grande abbastanza da poter far funzionare la formula magica: bididibodidibù!”

E così Dorina disse:

 “Ehm… Ci sono io qui vicino alla zucca. Non vorrei che trasformassi anche me. Io ti conosco: tu sei Fata Smemorina. E tu? Tu sei Cenerentola. Come sono emozionata! Ho davanti a me la bella Cenerentola. Mi presento: mi chiamo Dorina!”

Cenerentola le sorrise e rispose:

 “Che bel nome che hai. E sei davvero una bella bambina. Cosa ci fai tutta sola in un orto a quest’ora tarda?”

 E Dorina:

“Cenerentola devi sapere che mi piace tanto venire qui. Ogni volta c’è qualcosa di nuovo e di magico da scoprire!”

Ma la Fata Smemorina la interruppe:

 “Dorina cara! Noi avremmo un po’ di fretta. Se già ci conosci sai benissimo perché siamo qui. E allora forza. Aiutaci! Recita con noi la formula magica che fa bididibodidibù! Devo trasformare questa enorme zucca in una carrozza e poi… ehi! Titino dove sei? Titino corri qui!”

Il topolino si avvicinò alla Fata e, quando vide Dorina, iniziò a saltellarle intorno così felice che quasi non riusciva a fermarsi e esclamò:

 “Dorina, Dorina, Dorina che emozione! La mia cara Dorina! Ricordi quando eri minuscola come me e hai ballato con me nel Mondo Sotto Neve?”

E la Fata Smemorina:

 “Ma voi vi conoscete? Oh! Molto bene! Allora sono sicura che ora la magia funzionerà ancor di più. Se anche tu Dorina credi nella magia, allora la zucca davvero diventerà una carrozza. E il piccolo Titino sarà l’elegantissimo cocchiere che condurrà Cenerentola al gran ballo di Corte!”

E Cenerentola: “Sì Fata! Forza! Pronunciamo la formula. Bella Dorina vieni qui accanto a me! Se credi nella magia anche tu, devi pronunciare la formula con me! Aiutami!”

E così Dorina si avvicinò alla bella Cenerentola che però era ancora vestita con un abito strappato.

La Fata esclamò:

 “Eccoci. Siamo tutti pronti. La zucca è pronta. Titino è pronto. Via! Con impegno: BIDIDIBODIDIBUUU’!!! Ancora: BIDIDIBODIDIBUUU’!!!”

Magia! Tutt’intorno brillavano tante lucciole colorate e tutto sembrava girare velocemente. Improvvisamente la zucca si trasformò e divenne una meravigliosa carrozza. Titino iniziò a piroettare nell’aria e divenne un elegante cocchiere in livrea. Per magia si materializzarono anche i cavalli. Ed infine, magia magia! Cenerentola si trasformò nella ragazza più elegante che si fosse mai vista. Un abito sontuoso color azzurro come il cielo. Un diamante al collo preziosissimo e luccicante e ai piedi delle meravigliose scarpette di cristallo. Dorina era estasiata. A bocca aperta ammirava tutto. I suoi occhi brillavano come due stelle. Ancora una volta un’esperienza indimenticabile.

La Fata invitò Cenerentola a salire in carrozza e le disse:

“Forza Cenerentola! Il Principe ti aspetta! Sarai tu la più bella al ballo!”

E così dicendo la carrozza iniziò a muoversi. Titino si era trasformato in un cocchiere molto attento e preciso e i cavalli lo ascoltarono subito non appena diede loro l’ordine di muoversi al trotto: la zucca-carrozza partì immediatamente di gran lena.

Cenerentola si affacciò dal finestrino e con la sua bella mano guantata salutò Dorina dicendo:

“Ciao Dorina! Credi sempre nella magia! Che tutto sarà possibile! Ciao!”

E Dorina: “Ciao! Ciao Cenerentola! E’ stato un onore per me averti conosciuta! Sei bellissima! Ciao!”

Una volta che la carrozza si fu allontanata, anche la Fata Smemorina salutò Dorina:

 “Ciao bella bambina. Io e Cenerentola siamo personaggi delle fiabe, però possiamo apparire ed essere visibili anche agli occhi dei bambini, ma solo di quelli che credono veramente nella magia. Ecco perché oggi ci hai riconosciute: tu ci credi davvero. Brava Dorina. Sei proprio una brava bambina. Ciao!”

E, agitando la sua bacchetta magica, la simpatica Fata Smemorina svanì dalla vista della bambina.

Tornata tutt’intorno la reale luce di un tardo pomeriggio d’autunno, Dorina si guardò intorno: tutto era come prima: il profumo del terreno umido e il simpatico crocchiare delle foglie secche sotto i piedi. Aveva forse sognato o davvero aveva incontrato Cenerentola e la Fata Smemorina?

 Si guardò intorno per capire, per vedere se c’era qualcosa di diverso, di cambiato. Boh! In effetti qualcosa di diverso c’era: quella enorme zucca che prima occupava il terreno, proprio lì vicino ai suoi piedi, non c’era più. E, al suo posto, c’era solo un vuoto nel terreno umido che sembrava quasi un fosso poco profondo: era proprio il segno che provava che lì, in quel punto, fino a poco prima, c’era stata una pesantissima zucca. Che ora non c’era più.

Eh! La magia! La magia l’aveva ancora coinvolta in un’esperienza unica e indimenticabile. Ma, ormai, era ora di tornare a casa. La sua passeggiata era finita. Doveva tornare a casa perché doveva fare una cosa molto importante. Entrata dentro casa, si diresse velocemente in camera sua e, salita in piedi sulla sedia della sua scrivania, prese dallo scaffale più alto della libreria un libro che aveva letto già tante volte e il cui titolo era Cenerentola. Lo aprì e lo sfogliò cercando la pagina illustrata in cui era raffigurata la zucca e la sua trasformazione in carrozza.

La trovò. Trovò quell’illustrazione. Scese dalla sedia e si stese sul pavimento a pancia in giù per meglio osservare con attenzione quella pagina: aveva infatti un dubbio che voleva risolvere. Allora, in basso a destra in primo piano c’era un topolino (che gioia sapere che quel topolino era Titino).

Al centro della pagina c’era Cenerentola. In basso a sinistra c’era la Fata Smemorina con la bacchetta pronta per compiere la magia e, in alto, posta in secondo piano, c’era l’enorme zucca. E fu così che riuscì ad avere conferma del suo piccolo grande dubbio. Riuscì a scorgere in quell’illustrazione quel che già forse sapeva che avrebbe visto: da dietro la zucca si vedeva spuntare, di lato, un triangolino di stoffa color verde, una sorta di punta di un cappottino verde.

E già! Aveva ora la conferma: la sua vita era troppo legata alla magia. Evviva Dorina! Sei proprio una brava bambina! Poi, d’improvviso, dalla cucina, arrivò la voce della mamma: “Dorina! Sei tornata e hai lasciato qui sulla sedia il tuo cappottino verde! Vieni a metterlo a posto per favore!

Eh! La magia!

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Buona lettura!

Costanza.

 

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